In un contesto tecnologico come il nostro, è importante ricordare che sono le persone, con la loro dedizione e passione, a guidare ogni progresso e innovazione aziendale.
Arzuffi non si accontenta di eccellere nella produzione, ma ambisce a creare un ambiente di lavoro unico, dove ogni individuo si senta parte di un gruppo vincente e sia valorizzato per il proprio contributo.
Con questo obiettivo nasce Arzuffi Faces, una rubrica dedicata alle storie dei nostri collaboratori. Attraverso le loro esperienze e il loro entusiasmo, vogliamo dare voce all’anima pulsante della nostra azienda e sottolineare il ruolo fondamentale che ogni persona ricopre nel raggiungimento del successo comune.
Perché Arzuffi Faces?
- Perché ogni persona è preziosa: in Arzuffi crediamo che le capacità e la dedizione di ogni individuo siano elementi essenziali per la crescita e l’innovazione.
- Perché la condivisione ispira: conoscere le storie dei nostri colleghi ci permette di fare squadra, di condividere hobby e di imparare gli uni dagli altri.
- Perché il successo è un gioco di squadra: dietro ogni servizio eccellente c’è un team di persone eccezionali che lavorano insieme con grande passione e competenza.
Insomma, Arzuffi Faces non è solo una rubrica, è un modo per celebrare il talento che rende Arzuffi un’azienda unica.
Maurizio: dall’infanzia all’età adulta
“We had joy, we had fun, we had seasons in the sun…” canta Terry Jacks nel 1974. Una melodia dolceamara che racconta la vita in tutte le sue sfumature: anche nei saluti, nella fatica, nei passaggi difficili, si può trovare un senso di leggerezza, quasi poesia.
In quello stesso anno, precisamente il 29 novembre, a Milano, nasce Maurizio Riccobene. E come quella canzone, anche lui impara ad attraversare le stagioni della vita con il sorriso e con una forza incredibile.
Cresce tra macchine utensili e disegni tecnici appesi in officina. Figlio unico, fin da bambino dà una mano al padre nella torneria meccanica di precisione di famiglia: osserva, smonta, prova, ascolta. È lì che sviluppa quello sguardo curioso che lo accompagnerà per tutta la vita. E non passa inosservato. Si diploma come Perito Meccanico, e un professore, notando la sua maturità e competenza, lo sprona, gli apre una porta che cambierà il suo percorso: lo invita ad affiancarlo in aula.
E così, Maurizio diventa docente. Non per caso, ma per vocazione. Insegna per quasi 10 anni, con una passione che nasce direttamente dalla realtà. In aula porta la vita vera, l’officina, la fatica e la soddisfazione del lavoro ben fatto. E forma centinaia di studenti, con il suo stile concreto.
Contemporaneamente, continua a lavorare nell’officina di famiglia, portando avanti l’attività come microimprenditore. Sono anni intensi, fatti di equilibrio costante tra l’insegnamento e la gestione pratica dell’azienda. Un doppio ruolo che lo arricchisce e lo tempra, unendo teoria e pratica, mente e mani.
Scelte che contano
Per tanti anni, con determinazione e spirito di sacrificio, Maurizio porta avanti l’officina di famiglia. In quegli anni costruisce non solo pezzi meccanici, ma anche relazioni solide, senso del dovere e una visione lucida del lavoro condiviso.
Nel 2005 nasce suo figlio: senza dubbio, il momento più felice della sua vita. Quando ne parla, la voce si abbassa, gli occhi si illuminano, e nella mente si accende un ricordo che ancora lo commuove. Ma la vita, purtroppo, proprio in quel momento, lo mette a dura prova: arriva infatti la diagnosi di una brutta malattia.
“Avevo un figlio piccolo, una famiglia, dei collaboratori che contavano su di me. Dovevo farcela.”
E con lo spirito combattivo che lo contraddistingue ce la fa. Più di una volta.
Poi arriva la crisi del 2009. L’ennesima difficoltà. Cerca in tutti i modi di salvare la sua azienda: investe energie, tempo e coraggio. Ma a volte, anche la dedizione più totale non è sufficiente a cambiare il corso delle cose. È costretto a chiudere. Le offerte di lavoro però non mancano: arrivano anche dall’estero, sono prestigiose e ben retribuite. Ma Maurizio sceglie di restare in Italia.
“Mio figlio aveva bisogno di me, ogni giorno. Non potevo andarmene.”
È una scelta di cuore, che parla di priorità, di amore e di responsabilità. Un gesto silenzioso ma potente che definisce la sua idea di vita.
Con alle spalle questa densa traiettoria, Maurizio non si arrende. Si reinventa. Offre la sua esperienza a diverse aziende, portando ovunque il suo stile concreto e la capacità di creare fiducia. E infine, approda in Arzuffi: dove tutto questo trova casa e continuità.
Maurizio in Arzuffi
Quando entra in Arzuffi, Maurizio assume il ruolo di responsabile della produzione. È un incarico importante, che richiede esperienza, equilibrio e capacità relazionali. Lui lo interpreta al meglio, sempre a modo suo: non cerca di imporsi, ma di costruire. Non punta al titolo, ma al valore.
“Non faccio il capo, cerco di essere un collega che si ‘sporca’ tranquillamente le mani.”
Con un approccio diretto e concreto, si inserisce in una realtà già organizzata e funzionante e contribuisce a rafforzare lo spirito di squadra. Favorisce il dialogo, la collaborazione e il senso di responsabilità condivisa, diventando presto un punto di riferimento per chi lavora al suo fianco. Perché con lui si può parlare, confrontarsi, trovare soluzioni. E sentirsi parte di un contesto in cui ognuno ha voce e valore.
Vivere a mille, ogni singolo giorno
Quando gli chiediamo un consiglio per i più giovani, Maurizio ci risponde: “La vita è una, e non sai quanto dura. Vivila a mille.”
Questa non è una semplice frase, ma il suo modo di stare al mondo. Maurizio lavora, vive, ama e costruisce sempre dando tutto.
Chi gli sta accanto, nel lavoro come nella vita, percepisce questa energia. Ed è impossibile non lasciarsene contagiare.
Grazie Maurizio per aver condiviso con noi la tua storia!
Chi sarà il prossimo o la prossima protagonista della nostra rubrica “Arzuffi Faces”?
Stay tuned per scoprirlo, e ricorda che dietro ogni grande azienda c’è sempre una grande persona